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Marketing data-driven: la guida basica firmata Parklab

Parklab STORIES: il nostro blog.

Ormai, tutti gli esperti parlano di marketing data-driven come parte integrante di ogni strategia digitale.
Infatti, si sta trasformando nel fattore capace di differenziare un brand, permettendogli di distinguersi dalla massa.

Questo è possibile grazie alla profonda comprensione che crea dei propri clienti, da utilizzare per dar vita a strategie davvero efficaci.

Proprio per questo, abbiamo pensato di creare una piccola guida al marketing data-driven, perfetta per iniziare a capire cosa è, a cosa serve e, soprattutto, come si fa!

data-driven marketing

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Che cos’è il marketing data-driven e a cosa serve

L’espressione anglosassone “data-driven marketing” si riferisce all’uso di analisi statistiche e altri metodi quantitativi per supportare e migliorare le decisioni di marketing. 

Il suo scopo è quello di eliminare le congetture dalle attività di marketing del marchio basandosi su dati concreti. 

Questi possono essere utili per, per esempio, identificare eventuali opportunità di crescita, comprendere le esigenze dei clienti e le loro modalità di interazione con il marchio, misurare l’efficacia di una campagna di marketing, ma non solo. 

I risultati ottenuti dalla raccolta e dalla successiva analisi dei dati quantitativi possono essere utilizzati per migliorare l’esperienza del cliente, il prodotto o il servizio.

Tutti fattori che, in ultima analisi, permettono di aumentare i ricavi e del ROI.

Non solo: il processo decisionale guidato dai dati, a differenza delle tecniche tradizionali, utilizza strumenti di analisi predittiva.

Questi consentono agli addetti al marketing di generare delle previsioni più accurate dei comportamenti futuri del mercato, basati sulle tendenze attuali.

 

Il marketing data-driven può essere considerato un sottoinsieme del marketing analytics,
che è il processo di raccolta e analisi dei dati per prendere decisioni aziendali informate.

 

Ovviamente, possedere molti dati non significa aver completato il lavoro. 

Nel marketing data-driven è importante assicurarsi di raccogliere i dati corretti, così come di analizzarli ed interpretarli nel modo adeguato. 

In caso contrario, le informazioni e gli insight raccolti potrebbero risultare ingannevoli. 

 

Riassumendo, è importante per:

  • Capire il proprio pubblico: una strategia di marketing data-driven aiuta a capire a fondo chi sono i propri clienti target per adattare i messaggi alle loro esigenze.
  • Prendere decisioni migliori: i dati rappresentano un sostegno fondamentale per capire e decidere quali tattiche funzionano e quali no, e in che misura. La stessa logica si applica anche ai singoli contenuti! 
  • Aumentare l’efficienza: utilizzando i dati per guidare le proprie campagne di marketing e misurarne l’efficacia è possibile risparmiare tempo e denaro, investendo solo sulle tattiche migliori per l’azienda.

Alcuni esempi di marketing basato sui dati

Come abbiamo visto, il marketing data-driven è ormai un fattore di differenziazione importante. 

Proprio per questo, non dovrebbe mancare nei piani strategici di startup e aziende consolidate.

Può essere utilizzato in molti modi differenti. Per esempio, per: 

1. Strutturare campagne e-mail altamente personalizzate. Comprendendo a fondo i propri clienti, ciò che desiderano e ciò che li motiva, è possibile creare messaggi personalizzati che li accompagnino nel modo migliore in ogni fase del processo di acquisto. In questo caso, i dati possono essere raccolti dai canali social, dalle informazioni al momento della registrazione e/o iscrizione, così come dai cookie. Inoltre, questa strategia si adatta perfettamente sia alle aziende B2C che B2B.

2. Creare campagne pubblicitarie mirate. Il marketing data-driven è molto utile per pianificare ad che mostrino ai clienti potenziali esattamente ciò che vogliono, sul canale più adeguato e al momento perfetto. Questa strategia può anche essere utile per le campagne di remarketing.

3. Strutturare i propri social in modo da creare engagement e comunità. Sapere quello che funziona (e quello che, invece, rappresenta una perdita di tempo) permette anche di pianificare in modo più adeguato la content creation. Non solo a livello di ads, ma anche di post normali. Questo si applica a ogni social, da quelli più professionali e propri dei mercati B2B, come Linkedin, così come a Instagram! 

I dati eliminano la necessità di affidarsi esclusivamente all’istinto, all’intuito dell’esperto. 

Raccogliere dati: il processo e le limitazioni di questa strategia 

Il marketing data-driven può essere utilizzato in vari modi per migliorare i risultati (e quindi i profitti) aziendali.

Questo è possibile raccogliendo le informazioni sui clienti, prodotti e servizi tramite, per esempio, ricerche di mercato, analizzando queste informazioni rispetto alle tendenze del proprio settore e utilizzandole per creare un piano di marketing dettagliato in linea con gli obiettivi aziendali.

Però,  è sempre buona norma tenere in considerazione il fatto che il marketing data-driven non è la risposta a ogni problema aziendale. 

Infatti, ha dei limiti intrinsechi. 

Per esempio, si tratta di un processo che deve essere costantemente perfezionato e aggiornato.

Non solo: non è sempre facile comprendere quali sono le metriche migliori e non permette di correggere le limitazioni di un prodotto o un servizio scadente. 

Anche se i dati possono aiutare a comprendere meglio i clienti, nella quasi totalità dei casi i loro desideri e le loro motivazioni più profonde rimarranno un mistero. 

Per questo, il marketing data-driven non deve essere preso come una verità assoluta, ma come uno strumento come un’altro per migliorare i processi decisionali.

Consigli e strumenti più adatti per il marketing data-driven 

Raccogliere e analizzare i dati non significa niente, se manca una visione d’insieme. 

In ogni caso, abbiamo stilato una lista di consigli da seguire per creare una strategia di marketing data-driven capace dare dei buoni risultati.

Ovviamente, si tratta di consigli generali: ogni azienda è un caso unico, e come tale deve essere trattata!

1. Definire gli obiettivi dovrebbe essere sempre il primo passaggio. Infatti, i dati da analizzare cambiano a seconda dei risultati che si vogliono ottenere. Voler aumentare il numero di persone che si iscrivono alla newsletter aziendale è un conto, incrementare le vendite di un particolare bene o servizio è un altro. La loro definizione permette di evitare di non perdere tempo e risorse su dati non rilevanti, creando strategie davvero d’impatto e rendendo più facile concentrarsi su un segmento di clienti appropriato, per esempio.

2. Insieme agli obiettivi, è buona norma anche stabilire il budget a disposizione. Se si tratta di un campo nuovo, è necessario avere un budget tale da permettere all’azienda di sperimentare diverse tattiche, fino a trovare quelle che funzionano meglio nel caso specifico.

3. I riflettori? Sul cliente! . Il marketing data-driven serve, come abbiamo visto, a comprendere meglio i consumatori tramite i dati. Per questo, è importante raccogliere tutte le informazioni possibili. Ricerche di mercato, sondaggi e feedback sono alcuni dei modi migliori per iniziare a capire con chi abbiamo a che fare. Però, esistono moltissimi canali e software per aiutare le aziende e gli esperti di marketing a capire come agiscono i clienti, anche quelli potenziali. Per esempio, i cookie, i comportamento d’acquisto e i dati di social listening. Una volta accesi i riflettori sul cliente in generale, è il momento di ritagliare il proprio pubblico di riferimento. Questa è una delle fasi più critiche del marketing aziendale, ma anche una delle più difficili. Bisogna tenere in considerazione chi è il cliente ideale rispetto agli obiettivi che si vogliono raggiungere, e studiare attentamente come, cosa e dove interagire con questo.  

 

Inoltre, i dati da raccogliere e da analizzare devono essere utili in più fasi. 

Per prima cosa, devono servire a creare la campagna di marketing data-driven davvero su misura per target e obiettivi aziendali. 

Però, una volta lanciata la campagna, bisogna raccogliere e studiare dati per monitorarla e, quando necessario, correggerla.

Per finire, una volta conclusa la campagna sarà necessario valutarne i risultati finali. Questi permetteranno di raccogliere insights utili per il futuro. 

 

Esistono molti strumenti diversi che possono aiutare un’azienda a raccogliere e analizzare i dati. 

Tra questi troviamo:

  • Google Analytics: lo strumento più popolare e completo per misurare il traffico di un sito web, permette di capire cosa cercano i clienti, ma anche quanti sono, da dove arrivano e quanto tempo rimangono sul sito.  Permette inoltre di monitorare i tassi di conversione, una funzione molto utile per gli eCommerce.
  • HubSpot: uno degli migliori software di automatizzazione “tutto-in-uno” sul mercato. È anche uno degli strumenti più utilizzati per il marketing data-driven, perchè permette di avere una visione completa su content marketing management, SEO e web analytics, landing pages e anche social media marketing.
  • Buffer: uno dei migliori strumenti per monitorare i propri canali social, capire cosa funziona e avere tutti gli insights migliori per creare contenuti davvero top. Ah, con un prezzo super accessibile!
Conclusioni

Il marketing data-driven rappresenta una delle rivoluzioni più importanti degli ultimi anni.

La possibilità di avere accesso a qualsiasi tipo di dato ha reso molto più facile prendere decisioni informate, permettendo ai business di conoscere i propri clienti in un modo prima inimmaginabile. 

Dalla SEO alle e-mail, passando dai social: tutto può essere analizzato da un punto di vista analitico e quantitativo. 

Oggi esistono anche software pensati per facilitare la raccolta e l’analisi dei dati, che devono sempre essere osservati in relazione ad obiettivi concreti per poter essere davvero utili.

Nonostante questo, il marketing data-driven non è una strategia semplice da applicare, perchè piena di insidie, e non rappresenta nemmeno la panacea a tutti i problemi aziendali.

Un buon prodotto, un branding solido e l’occhio esperto fanno ancora la differenza!

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